Bau… bau… bau a tuuutti…
Avrete già sentito parlare di me. Io sono Jed, Jed il bello, Jed il cucco, Jedino, Jedeone. Io sono l’essenza del cane. Io sono il cane che tutti vorrebbero avere. Io sono il cane che non sa aprire le porte. Io sono il cane che fissa i muri. Io sono il cane che lecca in modo compulsivo per ore dituttoedipiù. Io sono il cane “vecchio” grazie al mio pelo grigio. Io sono il cane David Bowie per via del mio occhio di ghiaccio.
Peccato che David Bowie non abbia gli occhi diversi, ma solo una pupilla dilatata. Io ho gli occhi alla Jane Seymour, anche se questo confronto potrebbe togliermi un po’ di virilità. Quella poca che mi è rimasta da quando il caro buon vecchio Vet mi ha reciso le palline.
Vi ho mai raccontato come sono approdato in questo zoo? Ah no? Direi che è il caso di rimediare!
Era il lontano ma non troppo 2011, io all’epoca avevo un anno e mi divertivo a fare il galletto con le cagnoline della corte dove vivevo, nella campagna Bergamasca. Ogni tanto uscivo a far bisboccia con il mio amico Toby, il Border Collie braccio destro del mio padrone nonché padre di colei che di lì a poco sarebbe diventata la mia nuova padrona suprema: Frida. Con Frida da cucciolo avevo condiviso la cuccia, spiccavo leggermente nella “nidiata” tra tutti quei topini piccini picciò!
Le giornate passavano all’insegna del divertimento, correvo come un pazzo di qua e di là, abbaiavo alle mucche e se l’euforia prendeva il sopravvento anziché aiutare il mio padrone a tenerle ferme nella stalla, le pinzavo e le agitavo. In pratica, vivevo in un perenne stato di sbronza colossale. Quando mi calava la stanchezza andavo dalla mia padrona bipede a farmi coccolare finché il mio pelo non diventava lucido e setoso.
Ero un cane felice, ma non ero un cane gestito. Per un po’ ti può piacere vive allo sbando ma prima o poi qualcosa va storto e tu sei costretto a darti una regolata. Quel momento è arrivato anche per me, nell’estate del 2011.
Il mio padrone e la mia padrona erano piuttosto preoccupati, non sapevo come fare per arginare il mio carattere che stava diventando sempre più prepotente e sempre più aggressivo. Ero nella fase balla-cattiva, per catalogarla in termini bipedeschi.
Così, parlando con i bipedi padroni di Frida – questi cagnari sono tutti amici tra loro – hanno deciso di affidarmi a loro, almeno per un po’, per vedere se con una guida più presente e costante io avrei iniziato a rigar dritto.
Beh, non è che io ne fossi felice. Ero in un mix di sensazioni tra il furibondo, lo spaventato e il disorientato. Mi hanno caricato in auto e siamo partiti. Già allora il bipede non aveva una guida propriamente ortodossa, e dato che a parlare ancora non sono capace mi sono fatto sentire in un altro modo, ovvero vomitando ripetutamente nel trasportino. Quel viaggio è durato ore, ogni volta che l’auto ripartiva a me si girava lo stomaco – e lo giuro, quel giorno non avevo fatto aperitivo.
Una volta giunto a destinazione, mi hanno fatto scendere dall’abitacolo e mi sono trovato davanti un panorama insolito: auto? cose con 2 ruote e bipedi sopra? cani… cani! Cani??? Con la corda al collo??? Bipedi. Bipedi ovunque. Bipedi grandi, piccoli, grigi. Rumori, odori…
MA CHE OOOOOH COS’E’ QUESTO POSTO???
Io mica mi sono fidato eh, no nossignore! Col cavolo che mi rilasso in questo inferno! Appena i bipedi mi hanno lasciato libero in quello che poi scoprii essere il loro appartamento nonché la mia nuova casa, ho finalmente dato sollievo ai miei sfinteri. OOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!
Di lì a poco è iniziata la mia vita cittadina, fatta di regole e di routine, cose da vecchi voi direte – e in effetti avete ragione. Ogni giorno cammino pavoneggiandomi accanto ai miei bipedi ricevendo miriadi di complimenti, qualcuno si ferma per domandare quanto sono vecchio, ma la stragrande maggioranza delle persone resta affascinata dal mio occhio bello bello in modo assurdo.
“Ma guarda! Ha un occhio per sorte! Come mai?” chiedono stupiti. “Sa signora, – risponde il mio bipede ganzo – due occhi azzurri costavano troppo!”
So’ troppo er più ficco!